Patina de Apua - Sardine in padella
Come si mangiava all'epoca dei Romani?
Oggi il Calendario del Cibo italiano dedica la gn all'Antica Roma proprio per imparare a conoscerne usi e costumi
Per i Romani la cucina era un modo di trasmettere la loro civiltà, si sentivano superiori e quindi depositari di cultura, non c’era il concetto del gusto che inizierà ad essere considerato solo verso fine ‘700 ed inizio ‘800.
La cucina per i Romani era tesa a soddisfare i quattro equilibri, umido-secco caldo-freddo, importanti per la salute dell’uomo.
Con il cibo vogliono manifestare la loro civiltà e tutto quello che viene coltivato è sinonimo di civiltà, deve esserci l’apporto dell’uomo, le cose naturali erano sconosciute quindi non venivano mangiate a meno che non venissero trattate.
Grande spazio veniva dato alle verdure perché tutti avevano l’orto, anche le erbe spontanee facevano parte della loro dieta, ma non ne parlano perché non c’era l’intervento dell’uomo.
La cucina doveva essere stupore molti i piatti a sorpresa dei Romani che spesso non erano solo dei modi per riutilizzare gli avanzi. Il loro motto era
“Nessuno a tavola deve avere nozione di quanto sta mangiando”
Alcuni esempi solo lo
"Stoccafisso senza stoccafisso" – piatto a base di fegato o
“Padellata di sardine senza sardine" - piatto con avanzi di pesce arrosto o lesso per loro sopra ogni cosa l’importante era stupire
Sardine in padella
Patina de Apua
dal libro che raccoglie le ricette di Apicio rivisitate
Pulisci le sardine e mettile nell’olio. Disponile poi in una pentola di terracotta resistente al fuoco ed aggiungi olio, garum e vino. Lega poi dei mazzetti di ruta e origano che metterai nella pentola togliendoli a cottura ultimata Spolverizza con pepe e servi
Preparazione 15 minuti + riposo 24 ore
cottura 20 minuti
600 g sardine (o sarde sotto sale)
olio d’oliva
vino bianco asprigno
1 cucchiaio vermut secco
1 cucchiaio origano
pepe
Lavate a fondo le sardine, asciugatele tamponandole, metterle in uno stampo per sformati, copritele con olio d’oliva e lasciate riposare per 24 ore.
Poi aggiungere il vino bianco, il vermut e l’origano. Cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti. Spolverare di pepe e servire
Queste rivisitazioni di Apicio non sono mica male!
RispondiEliminaSemplicemente invitante. Queste sardine mi sanno d'estate, di cene in terrazzo, di mare ovviamente :)
RispondiEliminaqui le sardine ci sono... e per fortuna, lasciamelo dire!
RispondiEliminaDavvero interessante. Grazie
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